Νεφέλη ha
cinque anni, boccoli ramati che imbiondiscono al sole e un costumino rosso e
bianco a righe. La boccuccia capricciosa e l’ostinazione di una bambina che sa
quello che vuole: fare il bagno senza “braciachi”.
–
Nefèlimou, perimene! Nefèli, tesoro, aspetta! – Il papà le corre appresso.
Si ha spesso
in Grecia la sensazione estraniante di essere catapultati nel mondo del mito o
sul set di un neopeplum. Potenza della lingua sconosciuta:suoni misteriosi
ed evocativi del neogreco.
Nefèli è un nome meraviglioso: ha la stessa capacità del teletrasporto di Star Treck. Eccomi in un istante su un altro mondo e in un altro tempo. Nel tempo in cui umani e divinità mangiavano (e dormivano) ancora insieme. E, come succede spesso nelle feste odierne per soli umani, in verità anche ai funerali, ne accadevano di tutti i colori.
Nefèli è un nome meraviglioso: ha la stessa capacità del teletrasporto di Star Treck. Eccomi in un istante su un altro mondo e in un altro tempo. Nel tempo in cui umani e divinità mangiavano (e dormivano) ancora insieme. E, come succede spesso nelle feste odierne per soli umani, in verità anche ai funerali, ne accadevano di tutti i colori.
Il mito è
una vertigine, non si sa quando comincia né quando finisce. E nemmeno chi
l’abbia iniziato. I personaggi poi sgambettano e saltano da una storia all’altra
come canguri: dalla steppa alla montagna e viceversa. Quindi per non rompere le
scatole, come sovente mi capita, ve la faccio breve su Nefèli, la Nuvola.
C’era una
volta Issione, re dei Lapiti, un impunito tombeur de femmes oltre che un
traditore degli ospiti. Ma Giove lo aveva perdonato e riammesso a frequentare casa
sua. Non vuoi che questo Issione si mette a fare piedino niente meno che con
Era? Giustamente incavolato, Giove gli manda una nuvola in forma di donna, che
sembra Era sputata, per mettere alla prova la sua virtù. Il lapita, manco a dirlo,
la mette persino incinta. Issione si ricorderà per l’eternità di quello che
aveva combinato: legato a una ruota infuocata, costretto a girare senza sosta
negli Inferi. Se volete vedere un suo selfie :
La pietra di Isernia
E la Nuvola? E la Nefèli che fine fa? La
donna, nella sua leggerissima inconsistenza solo apparente, genera un figlio
sporcaccione che si accoppierà alle cavalle milesie e metterà al mondo i
Centauri. Potenza della Nuvola o destino, i Centauri poi sconfiggeranno in
epica battaglia i Lapiti. E anche di ciò abbiamo una testimonianza grazie
al diciassettenne Buonarroti:
Ma prima la troviamo come madre di Frisso ed Elle.
Prima o dopo? O durante? Non è dato di scoprire i contorcimenti mitologici.
Mi è
difficile identificare la piccola Nefèli sulla spiaggia con la sua omonima
olimpica.
La mia
Nefèli sa quello che vuole e con un sorriso mette a posto suo padre e sua
madre, si tuffa nella schiuma della risacca e sorride vittoriosa. Non si fa
manovrare, anche se attorno alle braccia rotonde ora ha i braccioli.
Di figure
femminili gravide di figli e anche di sventure per l’umanità grondano tutte le
mitologie. Create per un bisogno altro da sé, strumento. Il perverso gioco dei poeti antichi nell’attribuire i disastri alle
donne. Mai che si prendano una responsabilità in prima persona ‘sti
patriarchi. A cominciare dagli dei.
La mia Nefèli
è una nuvola di grazia. Fatti grande, bella e forte, Nefèli! Ché le nuvole
assumono forme e fisionomie diverse, ma sono loro che contengono e spargono tutti
i pollini della vita.
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