venerdì 13 luglio 2018

Uno sguardo sul ponte

Si parte da Ancona. Il viaggio in traghetto è sempre un osservatorio magnifico. Adulti di tutte le età, ragazzi e ragazze, bambini e animali che interagiscono, persi nell’ozio della navigazione.
Si vede fin da subito che l’atmosfera è cambiata, tira un’aria di restaurazione, il fighettismo impera in un luogo dove si respirava una allegra scioperata anarchia. Ma lo sbracalio   arriverà inesorabile.
Al bar: non ci si può acquartierare più nei bar, ti siedi solo se consumi. I divanetti restano vuoti e tristi, solitamente popolati dai passeggeri che non prendono una cabina e cercano riparo dall’umidità della notte. Rimangono a disposizione pochissimi spazi esterni, quindi via all’arrembaggio da parte di quelli che, conoscendo la nave, sanno subito dove piazzare i materassini: ce ne sono di quelli ben più alti più dei 25 centimetri sbandierati dai piazzisti televisivi. In un angolo di prua, una signora musulmana piazza i bambini, almeno tre, su un tappeto, avvolti come fagotti e allineati accanto al corpo del marito, spaparanzato da un bel po’ in posizione supina e braccia allargate: il miglior posto è il mio. Sul corrimano, asciugamani stesi per creare intimità. Lei fa avanti e dietro, ripone, sistema, tira fuori, sciorina, mangiucchia e sputa da una parte il miele dall’altra la cera.
 
 
Piscina: viene riempita alla partenza, quella dei piccoli e quella dei grandi. Chiamarle piscine è un ardito eufemismo. In realtà entrambe sono due pozze: in quella dei piccoli, maschietti tempestati dai flussi ormonali sollevano ondate da tsunami, si smanacciano, ridono in direzione dei boxer di uno di loro che vistosamente lievita senza controllo, urlano, si spintonano per fare colpo sulle ragazzine appollaiate sui bordi ad ammiccare; in quella dei grandi sguazzano bambini di ogni età che non riescono a uguagliare in prodezze i colleghi dell’altra pozza.
La nave: è grande, spaziosa, cara come la fame. Un caffè costa 4,60 euri, una bottiglietta da 33cl di soda 3,60 euri. Per fare un viaggio di 24 ore bisogna fare un mutuo solo per l’acqua. Per non parlare del self service o del ristorante. Ci limitiamo a leggere il menù, a strabuzzare gli occhi e passare oltre.
Ci accomodiamo sul sun deck di poppa. La bandiera sventola sulla scia che manda scintille di luce. Fila di sedie contro il parapetto. Noi tre attorno a un tavolo sul quale io apro la borsa dei viveri: olive, formaggio, pane, insalata confezionata, biscotti, brioche. Sto attenta a fare tutto con discrezione, raccomando di stare attenti, non sporcare, non lasciare tracce del nostro passaggio.  Sul tavolo vicino al nostro sciamano gli sguazzatori, bagnati fradici, si scuotono come cani dal pelo lungo, ed è tutto un gocciolio. Mangiano, lasciano il tavolo coperto di briciole di patatine, di pop corn, di biscotti, di gallette (le ragazze). Sono inconsapevoli di quello che c’è intorno, esistono solo loro, la gioventù con tutti i diritti del mondo. Una di loro in bikini, continua a fregarsi i denti con uno spazzolino. Pause improvvise durante le quali lo spazzolino trova accogliente sistemazione tra i seni acerbi, fasciati da un bikini ridotto ridottissimo. Afferra la giacca di panno pesante, tessuto a jacquard e la indossa, si acconcia i capelli alla Amy Winehouse, riprende a sfregarsi i denti con energia, si sentono le setole andare su e giù. Ora lo tiene in bocca, mentre sfaccenda, temo possa ingoiarlo. Poi se ne va lasciando bicchieri vuoti, carte accartocciate, un cucchiaio. Scansati, Mondo, che passo io.
Le donne francesi: tutte magre da far invidia pazza, il ventre concavo, le braccia esili, viso appuntito, capelli sottili. Tutto sottile. Hanno dai tre ai cinque figli ciascuna. Come santamiseria facciano a rimanere così magre rimane il mio problema del giorno. Le tedesche non sono da meno anche se qualcuna di loro è più morbida. I bambini sono mostruosamente disciplinati, autonomi, non scassano, si autogestiscono, fanno come se i loro genitori non esistessero, e anche i genitori fanno ugualmente. Non ho visto dare un bacio, un abbraccio, un rimprovero, un richiamo. La cosa mi mette a disagio.
Mamma, vuoi finirla di guardare la gente? Mia figlia mi censura.
La gente tutta è a meno di un metro da me, passa, sfiora la mia sedia, mi rompe i timpani, sento lo scricchiolare delle patatine tra i loro denti. Come faccio a ignorare? E poi che gusto ci sarebbe? Non li mordo mica, guardo e faccio le mie considerazioni. Loro agiscono io osservo.
Gli animali: prevalgono i cani, scorgo una giovane coppia che viaggia con un coniglio. È l’uomo a portare la gabbietta, lei si gira indietro e sorveglia che la gabbietta non sia inclinata. C’è il canino sul passeggino con occhiali da sole e giocattolo (chiamiamolo Baby), alle mie spalle un grosso pastore belga dal pelo nero corvino e gli occhi spiritati (è subito Devil), davanti a noi, sotto il parapetto, un barboncino legato a un guinzaglio rosso attorcigliato alla gamba di una sedia. Mi sposto, il cane nero alle mie spalle mi intimorisce. Mai dare le spalle al nemico! Così ho modo di indignarmi per la coppia teutonica che, romanticamente rapita dalla scia, non sa che il barboncino, chiamiamolo Tantalo, si stira per raggiungere la ciotola d’acqua che i perfidi hanno collocato a distanza. Mi alzo e glielo dico? Mi alzo e gliene dico quattro?
Rinuncio, rispetto la privacy di merda. E lo stesso faccio con la famigliola germanica, quella col belga nerocarbone e i denti affilati: mangiano dalla stessa ciotola, gli fanno leccare i rimasugli di sfogliatine in fondo al sacchetto, mordono la stessa carota, ingoiano un tortellino a testa, pescandolo da un contenitore rettangolare di plastica con le pareti impiastricciate di condimento. Cantico delle creature, ma c'era fratello cane? Ma si fanno queste cose?
Mamma, andiamo a guardare il tramonto.
Sì, è meglio.
Ci avviamo, e Baby, Devil, Tantalo e i loro padroncini scompaiono. Si dilegua anche la Amy. Anche i ragazzotti grondanti umori vari. Mi diventano tutti più simpatici, voglio bene a tutti o quasi, a Devil non ci riesco. Davanti a noi il solito stupido banale tramonto di una bellezza abbagliante. Tutto è arancione, rame, bronzo, oro. Che bello viaggiare sul mare. Domani si cambia traghetto. (Dall'Italia notizie di cialtroni rimpannucciati, premier eclissati e manette agitate da un bordellaro squisito. Mattarella c'è).