Villa
Mazzotti a Chiari. Una grossa bomboniera che ospita la micro editoria. Dentro, un rifulgere di
marmi, specchi e vetrate liberty. Nelle sale i banchi gioiosi dei piccoli editori
che vi arrivano ripieni di speranze come confetti alla mandorla e talvolta
finiscono con … l’incazzarsi come le formiche di ginomicheliana memoria. Dopo i
primi smarrimenti sull’hobby del nonchalanty walking della gran parte dei
visitatori, cominciano a divertirsi. A osservare l’umanità indolente (con
qualche lodevole eccezione) che trascorre sotto i loro occhi.
Al
banchetto dei poeti si beve. Per loro stessa ammissione i poeti si sentono i
più trascurati e allora con apollinea saggezza si arrendono a Bacco. La Musa
‘mbriaca è felice.
Mi offrono del vino, e come si fa a dire di no.
Il calice di plastica ha una sua eleganza, la trasparenza si colora di giallo
paglierino.
‒
Ottima malvasia dei colli piacentini ‒ sentenzia compunto uno della banda.
Convengo,
però l’offerta del calice mi dis-trae dal portare a termine una pericolante
transazione con una coppia la cui metà muliebre tiene fra le mani un libro, un
romanzo, e guarda l’altra metà con occhio devoto, in attesa della concessione
del santo.
‒
Che si fa, lo prendiamo?
Lui
non risponde, fa un passo indietro. Scuote la testa con veemenza tanto che
anche le guance accompagnano tremolanti il movimento. Il signore in questione
ha masticato molto e strati di residui lipidici sono depositati nella pelle
della faccia che, data l’età, cede alla forza di gravità. Probabilmente è lui
che tiene i cordoni della borsa e non la molla.
Questa
è la tipologia più ricorrente di coppia che passeggia tra i libri in vendita.
La
seconda tipologia, più rara, è a parti
invertite. È lui l’intellettuale di casa, non chiede il permesso alla moglie
per acquistare, ma viene aspramente rampognato perché “c’è lì un bel libro su
come conservare la lattuga fresca in frigorifero e tu ti perdi in questo.
Figurati, Dio di Spinoza! Basta andare in chiesa, no?”
Il
risultato è identico. Le coppie sono una addizione: cambiando l’ordine degli
addendi il risultato non cambia. Lui depone, sorride, fa spallucce e se ne va.
Vorremmo mica sfasciare matrimoni per Baruch!
Tipologia
visitatore singolo, maschio:
si
avvicina, dà un’occhiata, prende in mano un libro. Mi batte il cuore, penso a
come trattenerlo, inizio a parlare con la luce negli occhi, credo. Mi fa cenno
di smettere.
‒
Prendo questo, grazie.
La
mia loquela seduttiva mi rimane aggroppata in gola, ma metto in cassa e taccio.
Non si possono avere tutte le soddisfazioni. La banconota da dieci euro si
adagia lieve, una pennellata rosa, sul fondo marrone della cassettina di legno
non laccato. Sì, perché talvolta i piccoli editori coltivano con altera perseveranza fisime speciali, eco compatibili:
carta riciclata, server che si nutre di energia eolica, contributo per il
rimboschimento e cassetta in legno naturale, magari di sandalo per coprire
l’odore dei soldi.
Rimugino. Aveva ragione la Inge F. quando
affermava che i libri si devono vendere come barattoli di marmellata, come
cetrioli sottaceto. Ma lei era alla guida del più grande ipermercato libraio in
Italia. Che ne sa la moglie del Giaguaro del piccolo editore? Editor, traduttore,
grafico, impaginatore, e spesso stampatore fai da te, di quel piccolo tesoro
che è finito nelle mani ruvide del laconico signore di cui sopra?
Bene
fece Bianciardi a scambiare il suo cappotto liso, e rivoltato tante volte, con il
paletot (fine lana di cammello) cucito a mano che indossava Il Feltrinelli. Non
sapeva il grande Luciano che stava
vendicando ante litteram la vita agra anche dei piccoli editori.
Tipologia
ragazza impegnata:
‒
Mi parla dei suoi libri, per favore?
Stavolta
la domanda mi coglie impreparata come in un un’interrogazione di matematica a
sorpresa. Deglutisco, sorrido e parto.
‒
Ecco, questo romanzo è di una scrittrice messicana, intriso di cultura classica…
La
ragazza, riccioli neri e visetto da madonna mi interrompe.
‒
Che studi bisogna aver fatto? Io non ho fatto il classico. Mi sono appena
iscritta a un laboratorio teatrale, Jodorowsky, ha presente!?
Ho
presente. Depongo il romanzo colto e raffinato e propongo entusiasticamente il
testo di un altro autore messicano che scrive di “psicomagie” in chiave ironica e visionaria.
‒
Mi sembra difficile ‒ sussurra la ragazza spaventata. Decide per il primo. La
cultura classica le sembra più rassicurante. Evvai!
Una
seconda rosea banconota si adagia leggera sulla sorella. L’odore del sandalo l’avvolge
paterno.
Tipologia
“a me interessa”
Stavolta
tocca all’editore alle mie spalle. La signora ha una voce imperiosa, mi giro
incuriosita. “A me interessa” è un esordio che manda in solluchero il micro.
Finalmente l’epifanica discesa dell’angelo lettore, il fanatico cercatore di
tesori nascosti, il maniaco dell’inconnu.
‒
Mi interessano questi libretti.
Il
micro esulta. È il suo prodotto di punta. Piccoli libri filosofici contenuti in
piccolo cofanetto che si apre a libro (!) di cartone rosso fuoco. L’apoteosi
del piccolo, com’è giusto.
Il
micro editore apre il cofanetto, estrae i volumetti e spiega che la signora può
prendere quelli che desidera, scambiarli con quelli degli altri cofanetti,
allineati e composti come i nanetti pronti ad entrare in miniera.
‒
No, no ‒ fa la signora garrula ‒ a me interessa il cofanetto.
Il
micro si controlla e con aplomb degno di lord Brummel risponde:
‒
Signora, i contenitori espositivi non sono in vendita ‒ e risprofonda nella
lettura di un testo che tiene fra le mani e che legge tra un bookselfwalker
(perdonate il conio, ma l’inglese fa figo) e l’altro, dal titolo: “L’insostenibile
pesantezza del Comp”.
“…
la prospettiva deve cambiare: mentre la grammatica fornisce un sistema
interpretativo altamente astratto, il parser deve rendere conto di certe
limitazioni di carattere mnemonico-attenzionale tipiche dell’uomo.”
I
micro leggono e studiano Chomsky, chapeau!
Poeti,
un altro calice, per favore.
Che dire,
RispondiEliminainnanzitutto, grazie per aver raccontato questa realtà. Poi, io mi auguro sempre che il micro possa diventare macro senza perdere le caratteristiche che fanno già del micro un macro (spero di essermi spiegata... :D )
Infine: ma come ha fatto il tizio a non ascoltarti? Io trascorrerei ore a sentirti chiacchierare di libri :)