Li ho visti. Sono arrivati e sono
in cima ad un abete. Ho visto l’albero dei ratti. Addobbato esclusivamente con grossi surmolotti
(rattus norvegicus) grigio chiaro di peluche. Altrimenti detti sorche,
zoccole, ratti di chiavica. Di circa trenta centimetri e senza varianti
antropomorfe come occhietti simpatici e musini a boccuccia. Proprio ed
esclusivamente topi. Peluche di colore
bigio/beige, che si inseguono senza soluzione di continuità per i rami
sintetici di un piccolo abete plasticoso in un grande magazzino dalle merci
colorate e offerte a prezzo modico. Taccio il nome, ma il suo slogan è Play,
Live, Create, evocativo di un mondo luminose, sereno, felice. Un vero paradiso
terrestre, insomma dove tutti si installano gioiosamente sui balconi di una
casa di ringhiera. I bambini sono tranquilli, sorridono alla fantasia, gli
anziani sono tutti in salute con le dentiere ben incollate ai palati, le coppie tutte
pacificate che siano etero o omosessuali. Senza ratti tra i piedi. Ragazzi la
vita è un sogno, e c'è tanto spazio per tutti.
E poi, senza che gli abitanti del limbo alla ringhiera se ne accorgano, arriva
l’albero dei topi di grossa taglia, capaci di arrivare fino in cima. Forse sono
i lavoratori che manifestano contro l’azienda e i suoi contratti capestro?
Ingoiamo anche loro, avranno pensato i creativi dell’Ikea (uh, pardon!),
sbiadiamoli un po’, facciamoli parte del mondo natalizio, ma più che ratti non
potranno essere. Quasi un avvertimento: attenti che questi vi mangiano persino
l’albero natalizio. Oppure è un incubo scaturito dal subconscio di coscienze fasulle, con tanto pelo grigiastro
non solo sullo stomaco: il mostro delle saghe nordiche, l’incubo che dall’ultima
Thule invade le ariose rassicuranti dimore del benessere plateale. Un
cedimento all’oscuro elemento ctonio che
vince sulle linee apollinee dei soggiorni e delle camere da letto.
Se fottuto paradiso deve essere, che
abbia almeno l’albero delle mele o quello dei fichi, filologicamente più
credibile. A me piacerebbe tanto l’albero degli zoccoli. Piccole calzature
lignee, naturali, in faggio o betulla, da tirarvi addosso, carissimi PlayLiveCreate, con incantato sorriso e luce negli occhi stile inquilino ikeano.
In bell’ordine. Uno dietro l’altro, sulle vostre teste.
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