Tutto cominciò così.
N. 1
N. 2
N. 3
N.4
N. 1
"Narciso si specchiava nella fonte.
- Oggi hai i riccioli scomposti - disse l’onda.
- Figurati, ai miei boccoli ci pensa Eco - rispose Narciso infastidito.
-
Non sei al corrente che ha cambiato lavoro? Non fa più la sciampista.
Stufa di volute su testine risonanti, ha aperto un Bismillah Kebab in
Corso Vittorio Emanuele e fa affari d'oro."
N. 2
"Ho
aspettato fino alla fine un cenno di saluto. Parto con l'idea della
persona che mi sono illusa tu fossi o che tu con furbizia spacci di te,
efferato pusher. Non tuffarti nella pozzanghera che ti ostini a chiamare
specchio. Buona fortuna, riccioli d'oro.
Eco, ex sciampista, alhamdulillah!"
Eco stropicciò il foglio e lo gettò tra le fiamme del forno delle pizze.
N. 3
"Sono donna di sentimenti semplici, - grezzi, scrisse ancora Eco su un
foglio poroso con cui avvolgeva i kebab - mai commutabili in decadenti
performance né in parole alate, profonde come un pozzetto sotto un
marciapiede; tantomeno in pippe mentali come le tue che spremono fino
all'ultima goccia carnali umori forse mai attinti nel reale, nel puzzo
di vomito e nel sangue, nella salinità di sudore e lacrime di ogni
essere umano, ma solo vagheggiati in triste solitudine con parole di cui
la leziosaggine e il birignao d’antan si smontano davanti a un
meraviglioso vaffanculo, coglioncello emancipato."
Ci ripensò nuovamente e gettò il foglio ben appallottolato nel cestino sotto il banco.N.4
"Frankly
my dear, I don’t give a damn.” Prese la maglietta con quella scritta e
la indossò. Profumava di ammorbidente alla lavanda. Il profumo le
avrebbe fatto compagnia per tutta la serata. Andò a sedersi in
solitudine sulla piazzetta di fronte. Tre o quattro tavolini sotto due
palme solitarie. Ordinò una birra, mentre la voce roca del cantante
raschiava l’aria. Il chitarrista le sorrise, le strizzò l’occhio. Così
almeno le parve sotto la luce delle lampadine appese sul palco
improvvisato, fili scoperti e ballonzolanti. Birra e blues da zitella
nordica. Sotto le due palme che spolveravano il cielo con l’oro del
pennacchio. Le note di Strange fruits l’avvolsero. Il cantante si stava
impegnando. Il chitarrista pure. Mancava un sax.
« Southern trees bear a strange fruit,
blood on the leaves and blood at the root,
black body swinging in the Southern breeze,
strange fruit hanging from the poplar trees. ».
- Beviamo qualcosa insieme? - la voce del chitarrista dietro di lei.
Lo guardò negli occhi. Calvo e lampi nelle pupille d’ardesia.
- Meglio una macedonia, un frutto intatto. Fa caldo stanotte. Siediti - rispose Eco.
Il
chitarrista colse l’allusione e rise, scoprendo denti bellissimi.
Quella testa rasata le sembrò di buon auspicio. Sciampista a chi?
Nessun commento:
Posta un commento