Come chiedere scusa ai miei lettori
(fortuna che sono meno di venticinque!) per le mie elucubrazioni esistenziali? La
domanda mi prende ogni qual volta lo spettro poetico prende le forme di geremiadi
in linea con la crisi corrente. Ho
pensato che una ricetta minimal, tratta dal gran libro delle tradizioni
famigliari, può recuperami la simpatia di chi ha l’ardire di leggere le mie
nugae. Rerum coquinariarum fragmenta, parafrasando il grande Petrarca (a cui la
modernità deve l’introduzione nella lirica italiana dell’io dolente e
dubbioso), e un pochino anche Apicio e il suo Res Coquinaria.
Sicché (si toscaneggia senza
pudore alcuno) ho deciso di condividere una fresca ed economica prelibatezza.
Piatto unico o secondo che lo si voglia considerare.
Fagiolini in fricassea
500 gr. di fagiolini, altrimenti
detti cornetti (altro non sono che fagioli non giunti a maturazione, a metà
strada tra la verdura e i legumi, con ridotto contenuto calorico rispetto ai
fagioli adulti e disseccati)
Uno scalogno
3 uova
Succo di 1 limone
Foglie di menta
Foglie di menta
Sale, pepe q.b.
Olio Evo
Procedimento: Mondare i fagiolini,
spuntandoli da entrambe le estremità e cercare di tirare “il filo” dei lati (se
sono freschi e giovani, non dovrebbero averlo). lavarli e lessarli in acqua salata.
Scolare. In un tegame basso o padella fate stufare lo scalogno, tritato
finemente, in poco olio (passi anche una nocciola di burro) e lasciatevi
insaporire i cornetti.
Frattanto sbattete le uova fino a amalgamare bene tuorli e albumi, un pizzico di sale, una presa di pepe, e il succo del limone e le foglie di menta (o prezzemolo o basilico o tutto il bouquet). Noterete che le uova monteranno. Aggiungere ai fagiolini e abbassare la fiamma affinché le uova non si trasformino in frittata, ma in una crema avvolgente. Spegnere e servire, anche tiepidi vanno bene, vista la calura della stagione.
Accompagnati da qualche bruschetta,
leggermente tostata, diventano più appetitosi.
Insomma, direbbe qualcuno, hai
trovato il modo di introdurre un po’ di aspro anche qui. Sì, avete ragione:
sono incorreggibile, incallita anima agra, ma senza pianto e stridor di denti.
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