venerdì 1 giugno 2012

Il calabrone goloso


Due sono le cose che mi sono venute in mente stamattina, dopo il caffè.
  •      Non avevo ancora fotografato (anche se malamente) i miei nuovi fiori.
  •      La voglia di pasta alla Norma (la prima della stagione).

In realtà tra le due non vedevo alcun nesso se non quello di cominciare la giornata, la mia giornata di casalinga per elezione. Senza doveri, ma solo piaceri. Per me e per chi volesse poi farne parte. So, per esempio, che il filosofo che divide con me la sua quotidianità non troverebbe alcuna giustificazione esistenziale nella prima, mentre nella seconda penso che il signor Feuerbach lo traghetterebbe più facilmente alla condivisione. Siamo ciò che mangiamo. Uno dei casi in cui la scienza filosofica si ricorda che siamo carne e sangue e che dalla soddisfazione del corpo discende spesso,  non per tutti, anche quella dello spirito.
Se lui è il filosofo, io reclamo per me il ruolo (egregio, e non tollero contraddizioni) di Santippe. I filosofi, senza la tata, si sa, inciampano e cadono nei pozzi (Talete) , e qualcuno dei più avventati potrebbe finire dritto dritto nel cratere di un vulcano (Empedocle). Non sembri un compito da nulla vegliare sull’eterna infanzia universale, basterebbe non farsi soggiogare, ma questa è un’altra storia. 



Consumata una tardiva quanto futile vendetta muliebre, torniamo ai miei montoni, direbbe Panurge.
Qui di seguito  troverete le prove che entrambi i miei desideri, degni della semplicità della schiava tracia, di cui parla Platone nel Teeteto, si sono compiuti.

Pasta alla Norma
Ingredienti per due persone
Due o tre melanzane lunghe (sode, senza cedimenti, belle lucide)
Cinque/sei pomodori ben maturi o polpa di pomodoro in scatola (bio, ché è meglio)
Foglie di basilico
Uno spicchio d’aglio (adesso c’è quello fresco!)
Olio evo
Olio di arachide (solo per friggere)
Semola di grano duro q.b.
Sale
100 gr di pasta corta o lunga (mezze maniche o vermicelli)
Un pezzo di ricotta salata da grattugiare (a volontà)


Lavate le melanzane e affettatele a rondelle di circa un cm di spessore. Disporre su uno scolapasta a strati, con un pizzico di sale fino e coprite con un “peso”, per far perdere un po’ dell’acqua di vegetazione dell’ortaggio.




 Intanto cuocete una semplice salsa di pomodoro con olio evo, uno spicchio d’aglio e basilico sminuzzato a fine cottura. Occhio al sale, perché le melanzane sono già salate. Friggere le rondelle di melanzana, leggerissimamente (italiano casalingo, manco a dirlo) infarinate. Disponetele su carta per eliminare l’unto di troppo.
Cuocere la pasta, scolarla.  Versare sul fondo di una padella sul fornello a minimo un mestolino di salsa, aggiungere le melanzane, e la pasta. Alzare un po’ la fiamma e saltare rapidamente. Questo consente alle melanzane di insaporire la pasta, senza cedere al pomodoro quel velo di farina che potrebbe “impastare” il tutto.
Mano sicura e veloce, mi raccomando!
Impiattate, una manciatina di ricotta salata, dell’altro pomodoro, se vi piace, e un paio di foglie di basilico per richiamare il suo soave profumo.

E mo’ anche il filosofo si inchinerà, ve l’assicuro.
Ah! Alla fine, sul mio nuovo geranio, è arrivato un calabrone. Chissà quali profumi lo avranno attirato. Il geranio, vero?