domenica 6 maggio 2012

Prima che il gallo canti.


Ho capito, ho capito, zitti! Ehi, che chiasso che fate!
Sarebbe carino che i miei follower mi tempestassero di richieste e dessero da mangiare ai pesci dell’acquario, facendo salire il contatore delle visite. Ma così non accade. Nel mare magnum dei blogger, Otium sa di stantio, di muffa. Un po’ come si sente la sventurata stenditrice (orribile al femminile!) di queste note. In una parola: noia, in due: noia mortale, effetto dell’accumulo delle molte primavere (per non parlare degli autunni, degli inverni e delle estati), ma anche della stagione umidiccia e instabile che tutti stiamo vivendo. Dell’inclemenza del cielo.  Piove, allora si fanno i bigné. Piove, allora Francesca (mia giovane amica fa “inutili grissini”). Piove, allora Nicoletta (affermata psicologa, sforna torte salate e non, scalando le vette degli apprezzamenti entusiastici di suo marito. Mi rallegra altresì la previsione (a posteriori) che Alessandra, sull'isola brillante di vetri colorati, impasterà tra qualche giorno, grissini e, perché no?, biscotti a dispetto della pioggia.
Nell’alacrità delle cucine, forse,  molte donne ritrovano il senso (o la necessità) della vita, almeno in certi grigi momenti.
“Quante cose laboriose le manine sanno far, san lavare, cucinare, san cucire, san stirare…”
Me, mi ha rovinato l’asilo. Non so le altre.
Cosa fanno gli uomini nei tempi inerti delle domeniche piovose? Facile a dirsi: giocano. E salvano la loro anima fanciullesca, scatenando l’invidia di chi, come me, forse fanciulla non lo è mai stata. Non so se sia qualcosa di cui rammaricarmi.
Rincorrendo il tempo che fugge, prima che il gallo canti, cioè che finisca la stagione ( no, no la mia, ché io spero nonostante tutto di avere ancora del tempo, se non altro per bofonchiare) degli asparagi, propongo un piatto di riciclo (quasi vegano, se si fa eccezione di burro e formaggio: il che potrebbe far felici Alfredo e Maddalena).
Il piatto trae la sua origine da un mazzetto di asparagi, che rischia di perdere turgore (in questo potrebbe assomigliarmi…) in frigorifero e da un piatto di riso bollito candido nel suo abbandono del giorno avanti.
Le quantità? Non mi fate domande difficili, regolatevi  a gusto e a occhio, ché la bellezza e l’armonia sono misure infallibili. Il bello della cucina è che ciascuno/a può introdurre variazioni estemporanee, assistiti dalla casualità e dall’ispirazione.

Sformato di riso e asparagi (versione povera)
Per 4 persone
300 gr. di riso (sapete già la mia predilezione per l’arborio)
2 uova
100 gr. di parmigiano
1 mozzarella o avanzi di formaggi vari (facoltativi)
Burro
Sale e pepe q.b.
Prezzemolo e maggiorana tritati
Pan grattato
Un mazzetto o due di asparagi (adesso è il momento degli asparagi pugliesi: hanno invaso il mercato e costano relativamente poco)
1 spicchio d’aglio
Procedimento
Pulite gli asparagi, avendo cura di eliminare la parte fibrosa del gambo, e di pelare con l’attrezzino apposito la parte edibile della base. Legate il mazzetto e ponetelo in piedi in una pentola alta e abbastanza stretta (trattasi di asparagiera/asparagera, ma se ne può fare tranquillamente a meno). Se non avete riso avanzato, fatelo bollire nell’acqua in cui avete cotto gli asparagi, dopo averli debitamente estratti.
In una padella fate fondere una noce di burro con lo spicchio d’aglio e ripassate gli asparagi, a fiamma bassa. Tenere da parte le cime con un paio di cm di gambo, il resto tagliatelo a pezzetti minuscoli.
Cuocere il riso nell’acqua degli asparagi, oppure gettarvi il riso di riciclo per qualche minuto per insaporire.
Scolare, metterlo in una ciotola con i pezzetti dei gambi, le uova, il formaggio. Aggiustate di sale e pepe e non dimenticate il trito delle erbe aromatiche. Eliminato lo spicchio dell’aglio? Bene.
Imburrate uno stampo, spolverare fondo e pareti con pan grattato. Disporre uno strato di riso condito e aggiungete dadini di mozzarella o caprino o robiola o stracchino o croste di formaggi vari, aggiungere qualche asparago e ricoprire col riso avanzato. Decorare con gli asparagi rimasti, fiocchetti di burro e pane grattugiato.
In forno a gratinare per 15’ a 200°
La foto è quella che precede la cottura in forno. In realtà la gratinatura conferirà allo sformato una bella superficie dorata. E nelle pause...leggo!

mercoledì 2 maggio 2012

Cuoca triste dopo una partenza


Cosa sceglieranno oggi le mie mani?
Forse una mela con le gote rosse
Uno spicchio d’arancia
Una fragola sfacciata
Che gongola
E si pavoneggia nel cestino
Insieme alle sue sorelle.
Cosa toccheranno oggi le mie mani?
Chicchi setosi di riso
Asparagi svettanti
Lattuga rorida
Di rugiada mattutina
Pomodori succosi
Dalla pelle tesa sulla polpa invitante.
Cosa impasteranno oggi le mie mani?
Farina, uova, zucchero
Bucce caramellate di agrumi aciduli
Gocce di vaniglia di Papantla.
Per chi prepareranno oggi le mie mani?
La cucina si è fatta silente
Orfana di risate argentine
Di aspre contese
Di sospiri e desideri
Della tua anima
E della mia che da lontano
ti cammina accanto.