giovedì 6 ottobre 2011

Uno sguardo dal balcone




Invecchio, e le abitudini mi ghermiscono a passo felpato. Ogni mattina esco sul balcone a salutare la luce (quando si degna di apparire tra le prime foschie dell'autunno, e la val padana ci mette del suo). Saluto la luce del giorno sulle lucide, intrepide piante di basilico, il mio boschetto profumato che durerà almeno fino a novembre, spero. Mi perdo nel profumo di quello che arriva dal mio paese, prepotente e gagliardo, di quello ligure, gentile e discreto, di quello greco che sa di cannella. Ché le varietà son molte, e il profumo da melting pot scaturisce alla prima timida carezza.
Mi arrivano delle voci di bambini,  sollevo la testa dall'erba dei re giusto in tempo per vedere una bionda coda di cavallo oscillare petulante come la sua padroncina, e di fianco, immobili e guerrieri, i due codini di capelli neri ricciuti della sua compagna. Due bambine (seconda elementare?) scendono giù attraversando il prato sotto il condominio, si tengono per mano. Vanno a scuola.
Sto prendendo l'insana abitudine di commuovermi per un nonnulla. Sarà l'età, ma la speranza di un mondo migliore non si acquieta. Lo so.

1 commento:

  1. Età? Quale? Riesco a vedere i tuoi occhi senza tempo che guardano al tempo, con un sorriso largo :)

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